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LASSU' QUALCUNO CI AMA

Ennio Rossignoli

02/08/2018

Se non altro  - si dice - la querelle olimpica ha l'effetto di portare Cortina alla ribalta della cronaca, e questo c'è chi lo ritiene già un bel guadagno d'immagine, con benefiche conseguenze per il ritorno turistico.

A tanti, ma non a tutti, piace l'indaffarato muoversi dei pubblici amministratori e dei loro aggregati a favore della Candidatura: spira lassù un'aria di ottimistica fiducia nelle prerogative naturali della Conca, un marchio di indiscutibile eccellenza su ogni impresa che abbia la montagna come teatro.

Accorpamenti accettabili, alcuni molto meno, coprono altre difficoltà, mentre su tutto si stende la coltre di un entusiasmo magari comprensibile, e tuttavia piuttosto distratto quando si tratti della complessità dei problemi che l'organizzazione odierna di un simile evento inevitabilmente comporta. Che il ricordo e la nostalgia dei Giochi di quel lontano '56 facciano ancora velo alla lucidità delle analisi e dei giudizi?

Lassù qualcuno ci ama, e va bene, ma se scendiamo di un po' e ci troviamo nel mondo dell'esperienza comune, ecco che su quell'entusiasmo calano subito le preoccupazioni e le riserve di quanti – associati o no che siano – guardano al progetto dalla distanza delle reali condizioni ambientali e dei contraccolpi che il delicato ecosistema dolomitico potrebbe subire.

Cortina ha già di fronte, in tempi brevissimi, le necessità di un “aggiustamento” del suo territorio finalizzato ai Mondiali del '21, e i ritardi, i garbugli burocratici, le ostinate discrasie tra propositi e fatti dovrebbero indurre con la dovuta serietà a un approccio prudente e opportunamente motivato  ai grandi temi sui quali si vuole costruire il nuovo futuro di Cortina. Dietro l'angolo c'è sempre il rischio dell'utopia!