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Emergenza neve

Alice Gaspari

01/03/2014
Qual è stato per voi il periodo più impegnativo e quanti interventi avete fatto?
L'attività più intensa è iniziata con la nevicata del 30 gennaio; da allora fino ad oggi abbiamo fatto circa 300 interventi, in media se ne fanno una cinquantina. In tutta la provincia di Belluno sono stati più di 1500.

Su quanti uomini avete potuto contare?

Noi abbiamo raddoppiato i turni ed eravamo in 12 e sono arrivati altri 20 uomini da vari comandi.

In cosa si è concentrata soprattutto la vostra azione?
Ci sono stati alcuni grossi interventi per rimuovere mezzi pesanti che bloccavano le strade, ma soprattutto per rimuovere la neve dai tetti e mettere in sicurezza gli edifici danneggiati, tipo il Curling e la vecchia casa di riposo. I Vigili del Fuoco e le altre forze di volontariato, la Protezione Civile e l'Esercito, coordinate dal Centro Operativo Misto Valboite, hanno coperto tutto il territorio da Valle a Cibiana e tutta la Valboite fino a Misurina; le squadre venivano inviate dove c'era più urgenza. Siamo stati criticati perché siamo andati anche in case private, ma sono stati anche quelli interventi d'urgenza.

Avete riscontrato tanti danni?
Soprattutto in case vecchie, fienili, ma anche in molte case costruite negli anni cinquanta hanno avuto grossi cedimenti i travi nello sporto dei tetti; un danno grave l'ha subito la palestra del Corpo Forestale ad Auronzo, dove pure è collassato un grosso travo.

Molti si chiedono perché ci sia voluto così tanto tempo per liberare i tetti delle scuole, che sono rimaste chiuse per dieci giorni; li avete liberati voi?
Sì, noi assieme ad altre squadre di volontari. C'è voluto tanto tempo primo perché c'era un sacco di neve, sui tetti ce n'erano due metri e trenta e poi perché avevamo un sacco di altre emergenze, quindi una mole enorme di lavoro; poi le scuole erano tante, c'erano anche quelle di San Vito, di Borca, di Vodo... non c'erano solo quelle di Cortina. Un uomo dura sei sette ore, poi ha bisogno di fermarsi, non siamo robot.

Ma è stato creato un ordine di priorità?
No, il C.O.M. ci inviava tutte le richieste e noi decidevamo per quelle situazioni che ci sembravano via via più pericolose. È caduta persino una slavina in via Menardi e per sicurezza è stata scandagliata con le sonde.

L'emergenza è il vostro mestiere... ritenete che la neve di quest'anno sia stata una calamità?

Diciamo che è stata tosta! La strada è stata chiusa per parecchio tempo, i passi tutti chiusi, si circolava a una corsia, non c'era un parcheggio; nemmeno i nostri mezzi sapevamo dove lasciarli, infatti abbiamo dovuto parcheggiarli a San Vito e a Dogana Vecchia, dove c'era un po' di spazio. Dalla parte di Arabba e Livinallongo è andata ancora peggio. In Val Parola il 30 gennaio Veneto Strade si è attardata troppo a chiudere il passo e siamo stati otto ore a tirare fuori alcune macchine rimaste bloccate dalla tormenta;
alla fine c'era troppa neve, abbiamo caricato i passeggeri sul nostro camion e due macchine sono rimaste sotto; quella notte è stata un calvario: un metro e settanta di neve in meno di 24 ore, per fortuna non succede tutti gli anni, sarebbe dura!